AIX: come capire ed identificare la versione, la TL e il SP del sistema operativo

Spesso può essere utile sapere su quale versione e release del sistema operativo si sta mettendo mano: su AIX abbiamo a disposizione il comando oslevel.
Lanciando il comando:

# oslevel -s

il sistema ci restituirà una stringa che contiene le specifiche complete del OS sotto forma di numeri, ad esempio:

5300-12-06-1216

Interpretare questi valori è facile:

  • le prime quattro cifre 5300 indicano la major release di AIX, in questo caso si tratta di AIX 5.3;
  • le successive due cifre 12 indicano l’aggiornamento della Technology Level (TL), in questo caso TL12;
  • le successive due cifre 06 indicano la release del Service Pack installato, cioè il SP6;
  • le ultime quattro cifre 1216 indicano l’anno e la settimana di rilascio del SP installato (YYWW), in questo caso 2012 sedicesima settimana;

VMware vSphere: come installare patch ed aggiornamenti sul hypervisor dalla commandline

La prima cosa da fare prima di installare gli aggiornamenti di vSphere ESX/ESXi è fermare tutte le virtual machine in esecuzione, mettere l’hypervisor in “Maintenance mode” ed attivare il servizio SSH.
Gli update scaricati dal sito di VMware vanno poi copiati sul hypervisor in un datastore / directory a nostra scelta (io uso /var/tmp).
Infine bisogna collegarsi in SSH al hypervisor ed inserire il seguente comando

# esxcli software vib update -d "/vmfs/volumes/Datastore/DirectoryName/Patch.zip"

A questo punto verranno aggiornati tutti i pacchetti necessari e vi verrà chiesto di riavviare l’hypervisor per applicare le modifiche.

BIND 9: query DNS non funzionanti ed errore “named: error (no valid DS)”

Se anche a voi capita che il vostro DNS caching server basato di BIND non riesca più a risolvere gli indirizzi e nei log è presente un errore simile a:

Oct 26 18:37:10 squid named[1536]: error (no valid DS) resolving ‘www.google.com/A/IN’: 192.168.1.1#53

la causa è da ricercare nel fatto che l’upstream DNS non riesce a soddifare le richieste DNSSEC del nostro caching DNS: se potete, quindi, cambiate DNS upstream.
Per disattivare le query DNSSEC da BIND, è sufficiente rimuovere, o commentare, da named.conf l’opzione “dnssec-enable yes“.

 

McAfee Agent: come resettare l’agent GUID

Vi capita di aver clonato alcuni client con a bordo l’antivirus McAfee ma, nonostante funzioni tutto, non li rilevate nella console McAfee EPO e quindi non li riuscite a gestire?
E’ colpa del valore “AgentGUID” del componente McAfee Agent, valore identificativo univoco del computer per la console EPO, che non viene più modificato una volta che l’Agent viene installato: in questa situazione, clonando cioè un computer con già a bordo McAfee Agent, la EPO vede solo il GUID del primo computer che vi si collega, e non quello identico degli altri cloni.

Per risolvere il problema, e far sì che i cloni si registrino nella console EPO e possano quindi essere gestiti correttamente, è necessario resettare il valore “AgentGUID” sui client clonati con la seguente procedura:

  1. arrestare il servizio Windows “Servizio McAfee Framework”;
  2. aprire il registro di Windows (regedit) e andare su HKEY_LOCAL_MACHINESOFTWARENetwork AssociatesePolicy OrchestratorAgent ;
  3. cancellare la voce AgentGUID (potete annotarvi a parte il valore per confontarlo successivamente e verificare che sia cambiato);
  4. chiudere il registro di Windows;
  5. avviare il servizio Windows “Servizio McAfee Framework”;
  6. aprire il registro di Windows e andare su HKEY_LOCAL_MACHINESOFTWARENetwork AssociatesePolicy OrchestratorAgent per verificare che il valore AgentGUID è ora cambiato;

A questo punto, il client si registrerà nella EPO con il nuovo GUID e tutto funzionerà correttamente.

Squid Proxy: come eliminare selettivamente gli oggetti in cache

E’ capitato a tutti di vedersi servire dalla cache di un server proxy, come ad esempio Squid, oggetti corrotti, incompleti oppure troppo vecchi.
E’ possibile eliminare dalla cache selettivamente questi oggetti indesiderati tramite l’utility squidclient, lanciata con il seguente comando:

squidclient -h <indirizzo server squid> -m PURGE <URL oggetto da eliminare>

Si tenga presente che non è possibile eliminare tutti i contenuti per un dato URL o sito, ogni oggetto va cancellato singolarmente.

VMware vSphere 5.1: come risolvere l’errore “#PF Exception 14 in world 12323:vmast” (PSOD)

Su una delle mie macchine (un HP Proliant) sto avendo numerosi crash di VMware vSphere ESXi 5.1, i temuti Purple Screen of Death (PSOD).
VMware ESXi 5.1, una nuova installazione e non un update dalla versione precedente, crasha con una frequenza quasi giornaliera, segnalando l’errore “#PF Exception 14 in world 12323:vmast“: il server è certificato per supportare ESXi, e con la versione precedente 5.0 non ho mai avuto problemi.
A quanto pare, i crash non sono causati da problemi hardware ma da un bug nel software che verrà fissato da VMware con la Patch 01.

Nel frattempo, è possibile risolvere il problema con un workaround: è sufficiente, infatti, eseguire il seguente comando dalla console ESXi:

esxcli system settings advanced set -o /BufferCache/MinZeroCopyBufferLength -i 512

L’applicazione di questo comando necessita del riavvio del server per attivare le modifiche.

VMware Workstation: un trucchetto per ottimizzare le VM Windows

E’ normale, per me, lavorare con virtual machine contemporaneamente attive sulla mia workstation selfmade, con processore Intel Core i7-2600, 16 GB di ram e svariati TB di disco: pur avendo a disposizione hardware di tutto rispetto, è fondamentale ottimizzare periodicamente le VM per tenerle in buona efficienza ed evitare problemi di performance.

Uno dei problemi più comuni derivato dall’uso di VM che porta a problemi di performance è la frammentazione dei file container che ospitano il file system della VM, siano essi VMDK, VHD, qcow o VDI: prima di deframmentare questi file è prima necessario riorganizzare i dati del disco all’interno della VM seguendo queste linee guida:

  • eseguire la “Pulitura disco”, svuotare il cestino, cancellare i file temporanei;
  • deframmentare il disco: io uso UltraDefrag in modalità “Full optimization” per consolidare i dati;
  • eseguire il tool “sdelete” con opzione “-z” di Windows Sysinternals per cancellare (tecnicamente “scrivere tutti 0”) completamente il contenuto dei cluster marcati come inutilizzati (cioè lo spazio libero su disco);

A questo punto è possibile spegnere la VM ed eseguire la compattazione e la deframmentazione dei file container: in VMware Workstation è possibile farlo dai “Settings” della VM, “Hard disk”, “Utilities”.